Carmen 17 (in Italian by Mario Ramous) |
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Tu desideri far festa, Verona,
sul tuo Pontelungo
e giá sei pronta a ballare,
ma le gambe fragili di un ponticello
che si regge su tavolette riparate
ti fan temere che crolli
e precipiti in fondo alla palude.
Sia pure esaudita questa voglia
e tu abbia un ponte cos’ solido
da sostenere anche i Salii
nelle loro sarabande sacre,
ma in cambio voglio da te, Verona,
un regalo che mi diverta da morire:
buttami giù da quel tuo ponte
un certo mio concittadino
capofitto nel fango dalla testa ai piedi
lá dove l'abisso delle acque
è più profondo, il più livido
di tutta questa fetida palude.
è un uomo d'una stupiditá tale
che non ha più giudizio del bambino
cullato tra le braccia di suo padre.
Sposata una fanciulla
in tutto il fiore dei suoi anni,
una fanciulla delicata
e tenera più d'un agnellino
d'averne tanta cura
come dell'uva che è matura,
lascia che lei si diverta
nel modo preferito
e non gliene importa nulla,
non inalbera il suo diritto,
ma come un ontano, abbattuto
dalla scure di un Ligure,
giace in fondo ad un fossato,
questo mio incredibile stupido,
sensibile a tutto come se non esistesse,
non vede, non sente nulla,
non sa nemmeno chi egli sia
o se per caso sia o non sia.
Ora io voglio scaraventarlo
giù da quel tuo ponte,
se mai è possibile che d'un colpo
si riscuota dal suo torpore assurdo
e nelle profonditá del fango
smarrisca la sua apatia,
come una mula lo zoccolo di ferro
in un pantano scivoloso.
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© copyright 28-12-2001 by Mario Ramous |
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