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| Carmen 61 (in Italian by Mario Ramous) |  |  
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| Tu che vivi, figlio d'Urania, sol colle d'Elicona e affidi
 all'uomo la tenera vergine
 rapita, o Imeneo Imen,
 o Imen Imeneo,
 cingi le tempie con i fiori
 di maggiorana profumata,
 prendi il velo di fiamma e qui
 lieto, qui vieni col tuo piede
 bianco fasciato d'oro:
 eccitato dall'allegria
 del giorno, con voce squillante
 canta gli inni nuziali, batti
 coi piedi la terra e impugna
 la fiaccola di pino.
 Oggi Vinia a Manlio va sposa,
 bella come la dea di Cipro
 quando and˜ al giudizio di Paride,
 vergine che si sposa
 con gli auspici migliori,
 splendente come nella Misia
 ramoscello di mirto in fiore,
 che le dee degli alberi nutrono
 con gocce di rugiada
 per poterne godere.
 Vieni dunque e senza fermarti
 lascia le grotte delle Muse
 sulla montagna di Tespie,
 bagnate dalle fresche acque
 della fonte Aganippe,
 e chiama a casa la padrona,
 stringendo in un nodo d'amore
 il desiderio dello sposo,
 come intorno al tronco si avvinghia
 con la sua forza l'edera.
 E anche voi, candide vergini,
 che avrete un giorno come questo,
 seguendo il ritmo cantate
 in coro 'o Imeneo Imen,
 o Imen Imeneo',
 perchÈ più volentieri,
 sentendosi chiamare al rito,
 lui che ispira onesti piaceri,
 che ogni amore onesto annoda,
 accorra qui fra noi.
 Nessun dio è più implorato
 da un amante riamato,
 nessuno è più onorato in cielo
 da noi, o Imeneo Imen,
 o Imen Imeneo.
 Per i figli t'invoca il padre
 tremando, in tuo onore sciolgono
 le vergini la loro veste,
 col timore del desiderio
 ti ascoltano i mariti.
 E tu, strappandola dal grembo
 della madre, abbandoni a un giovane
 brutale una fanciulla appena
 in fiore, o Imeneo Imen,
 o Imen Imeneo.
 Nessun piacere che sia lecito
 pu˜ prendere senza di te
 l'amore: solo se tu vuoi
 è possibile. Non è facile
 essere come te.
 Senza di te nessuna casa
 pu˜ dare figli che sostengano
 il padre: solo se tu vuoi
 è possibile. Non è facile
 essere come te.
 Una terra senza i tuoi riti
 non avrá difensori ai suoi
 confini: solo se tu vuoi
 potrá averli. Non è facile
 essere come te.
 Spalancate le porte: vieni,
 fanciulla, e guarda come splende
 la fiamma delle torce al vento.
 .  .  .
 .  .  ..  .  .
 .  .  .
 Il suo pudore la trattiene e,
 sentendone il richiamo, piange
 ora che deve andare.
 Non piangere, non c'è pericolo
 che una donna più bella
 di te, Aurunculeia,
 veda sorgere dall'Oceano
 i bagliori del giorno.
 Bella come un giacinto
 fra i mille colori dei fiori
 in uno splendido giardino,
 dove sei? il giorno se ne va:
 esci, sposa bambina.
 Esci, esci bambina. Ascoltami,
 se credi che sia giunto il tempo.
 Guarda come s'è fatta d'oro
 la fiamma delle torce al vento:
 esci, esci bambina.
 Non hai un marito irrequieto
 che per cercare in qualche avventura
 il piacere del tradimento,
 voglia riposare lontano
 dal tuo giovane seno.
 E come la vite flessuosa
 si avvince agli alberi vicini,
 lui dal tuo abbraccio sará
 vinto. Ma il giorno se ne va:
 esci, esci bambina.
 O letto, letto dell'amore
 .  .  .
 .  .  .
 .  .  .
 letto bianco d'avorio,
 quanta gioia procurerai
 al tuo padrone e quanta lui
 ne godrá nel volo di notti e
 giorni. Ma il giorno se ne va:
 esci, esci bambina.
 Alzate le torce, fanciulli,
 ecco, viene il velo di fiamma.
 Cantate, cantate con noi
 'Io Imeneo Imen Io,
 Io Imen Imeneo'.
 Scoppieranno tutti gli scherzi
 pungenti del canto di nozze
 e tu, ragazzo, lascia, lascia
 le noci ai bambini: l'amore
 del padrone è finito.
 Su, dá queste noci ai bambini,
 languido amico: hai giocato
 fin troppo con le noci: ora
 dovrai adattarti a Talasio.
 Dai le noci, ragazzo.
 Sino ad oggi, ragazzo mio,
 disprezzavi le contadine:
 ora chi ti faceva i riccioli
 te li taglia. Povero, povero
 ragazzo, dá le noci.
 Si dice, sposo profumato,
 che tu non sappia rinunciare
 ai ragazzi; ma devi farlo.
 Io Imeneo Imen Io,
 Io Imen Imeneo.
 Certo, solo piaceri leciti
 erano i tuoi, ma ad un marito
 nemmeno questi sono leciti.
 Io Imeneo Imen Io,Io Imen Imeneo.
 E tu, sposa, non rifiutare
 a tuo marito ci˜ che chiede,
 mai o andrá a cercarselo altrove.
 lo Imeneo Imen Io,
 Io Imen Imeneo.
 Ecco la casa del tuo uomo,
 cos’ potente e fortunata:
 lascia che sia come desideri,
 lo Imeneo Imen lo,
 Io Imen Imeneo,
 finchÈ la candida vecchiaia
 con il tremito delle tempie
 dica di s’ a tutti, a tutto.
 Io Imeneo Imen Io,
 Io Imen Imeneo.
 Varcando questa porta liscia,
 per augurio, oltre la soglia
 posa il tuo piedino dorato.
 Io Imeneo Imen Io,
 Io Imen Imeneo.
 Vedi, in casa c'è tuo marito
 sdraiato sul letto di porpora
 e ti tende le braccia.
 Io Imeneo Imen Io,
 Io Imen Imeneo.
 Anche dentro il suo petto brucia
 la stessa fiamma che ti brucia,
 ma più profondamente.
 O Imeneo Imen Io,
 o Imen Imeneo.
 Lascia libero il braccio morbido
 di questa bambina, ragazzo:
 il letto nuziale l'attende.
 Io Imeneo Imen Io,
 Io Imen Imeneo.
 E voi che siete state amate
 solo dai vostri vecchi sposi,
 coricatela nel suo letto.
 Io Imeneo Imen lo,
 Io Imen Imeneo.
 Ora pu˜ venire lo sposo:
 tua moglie è nel letto nuziale
 e il suo viso in fiore risplende
 bianco come una margherita,
 rosso come il papavero.
 E tu (mi assistano gli dei)
 sei ugualmente bello: Venere
 non si è certo dimenticata
 di te. Ma il giorno se ne va:
 avanti, non tardare.
 No, tu non hai tardato molto:
 sei qui. Venere sará dolce
 con te, perchÈ ci˜ che tu vuoi
 lo vuoi al sole e il tuo amore
 non nascondi a nessuno.
 Si provi a sommare i granelli
 di sabbia nei deserti d'Africa,
 le stelle che brillano in cielo,
 chi vuol contare i vostri mille e
 mille giochi d'amore.
 Godetevi il piacere e presto
 fate figlioli. Una famiglia
 cos’ antica non pu˜ vivere
 senza figli, ma dal suo sangue
 sempre deve rinascere.
 Voglio che un piccolo Torquato,
 tendendogli le mani
 dal grembo della madre,
 dolcemente, le labbra schiuse,
 al padre suo sorrida.
 E somigli tanto a suo padre,
 a Manlio, che senza fatica
 tutti lo riconoscano,
 e rispecchi nel volto
 l'onestá della madre.
 E per virtù di madre
 abbia sempre lode il suo sangue,
 come eternamente a Telemaco
 per la purezza di sua madre
 rimane onore raro.
 Sprangate le porte, fanciulle:
 lo scherzo è finito. Ma voi,
 dolci sposi, siate felici:
 godetevi la giovinezza
 nei piaceri d'amore.
 
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| © copyright 28-12-2001 by Mario Ramous |  
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