Carmen 62 (in Italian by Mario Ramous) |
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Viene la sera e Vespero nel cielo
dopo estenuante attesa accende la sua luce.
In piedi, in piedi, ragazzi; via dalle mense:
qui verrá la vergine, si canterá l'imeneo.
Imen o Imeneo, Imen vieni o Imeneo.
Guardateli, ragazze, alzatevi con loro;
sull'Eta brilla di luce la stella della sera.
S’, è cos’, sono balzati in piedi;
in piedi canteranno e dovremo ascoltarli.
Imen o Imeneo, Imen vieni o Imeneo.
Non avremo vittoria facile, compagni.
Osservate come ripetono e ripetono
il loro canto: sará memorabile,
v'impegnano tutte le loro forze.
E noi abbiamo la mente rivolta altrove:
vinceranno, meritano questa vittoria.
Ma almeno ora prestate un po' d'attenzione:
cominciano a cantare, dovremo rispondere.
Imen o Imeneo, Imen vieni o Imeneo.
Non vola in cielo stella più crudele, Espero,
se puoi strappare una figlia all'abbraccio di sua madre,
strapparla a quell'abbraccio che non vuol lasciare,
per abbandonarla innocente all'ardore di un giovane.
Un nemico non è più crudele coi vinti.
Imen o Imeneo, Imen vieni o Imeneo.
Non splende in cielo stella più gentile, Espero,
se con la tua luce suggelli quelle nozze
che sposo e genitori avevano deciso,
ma non strinsero prima che si alzasse la tua fiamma.
Puoi chiedere al cielo un'ora più felice di questa?
Imen o Imeneo, Imen vieni o Imeneo.
Espero ha rapito una di noi, compagne.
Al tuo apparire vegliano i custodi.
La notte cela i ladri, ma tu, Espero,
rispuntando al mattino, li sorprendi.
E le ragazze in pianto fingono di maledirti,
anche se maledicono chi invocano in segreto.
Imen o Imeneo, Imen vieni o Imeneo.
Come in un giardino germoglia solitario un fiore
sfuggito al gregge e mai sfiorato dall'aratro,
e il vento lo accarezza, lo nutrono sole e pioggia,
tutti i giovani vorrebbero coglierlo;
ma se sfiorisce divelto da un'unghia aguzza,
di tutti loro non lo desidera più nessuno:
cos’ una vergine è cara finchÈ rimane pura,
ma quando violata perde il suo primo fiore,
non è più gradita e cara a nessuno.
Imen o Imeneo, Imen vieni o Imeneo.
Come la vite che nasce isolata in terra spoglia
non riesce ad alzarsi nÈ a maturare l'uva,
ma piegandosi sotto il peso del tenero fusto
quasi sfiora con le sue radici il tralcio più alto
e da nessuno, contadini o buoi, è presa a cuore,
se per caso si lega in matrimonio all'olmo
tutti, contadini o buoi, l'hanno a cuore;
cos’ invecchia trascurata una fanciulla vergine,
ma se a tempo debito stringe giuste nozze,
eluso l'odio del padre, avrá l'amore di un uomo.
Imen o Imeneo, Imen vieni o Imeneo.
Dunque non opporti, vergine, a questo sposo
che ti ha dato tuo padre, non opporti:
a padre e madre si deve obbedire.
La verginitá non è solo e tutta tua:
un terzo è del padre, un terzo della madre,
solo un terzo è tuo: non puoi opporti a loro
che con la dote al genero ti hanno data.
Imen o Imeneo, Imen vieni o Imeneo.
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© copyright 28-12-2001 by Mario Ramous |
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