Quel Suffeno, Varo, che tu conosci bene,
è un uomo di spirito, garbato e civile,
ma purtroppo sforna versi su versi.
Io credo che n'abbia giá scritti diecimila
o forse più e non su scartafacci
come usa: la carta è la migliore, i libri
nuovi, nuove le bacchette, di cuoio i lacci
e il tutto squadrato e levigato a dovere.
Se poi li leggi, quel Suffeno spiritoso
e civile ti diventa allora un guardiano
di capre, un villano, tanto è diverso e muta.
è incredibile: quell'uomo di mondo
che ti sembrava tanto raffinato,
appena tocca un verso diventa più rozzo
di un rozzo contadino; eppure non è mai
cos’ felice come quando scrive versi,
tanto è soddisfatto di sÈ e tanto si ammira.
Del resto tutti sbagliamo: non c'è nessuno
in cui, se ci pensi, tu non possa vedere
Suffeno. Ognuno ha un suo difetto, ma la gobba
che ci sta sulla schiena noi non la vediamo.